In cantina con Maurizio Dante Filippi

Tre ambienti scavati nel tufo, collegati da bassi ed angusti passaggi ad arco, picconate sulla tenera pietra e mentre lo sguardo vaga senza sosta alla scoperta di angoli nascosti, la temperatura e l’umidità avvolgono in uno stato di piacere dove immediatamente si perde la sensazione del tempo. Una luce fioca ed un silenzio assordante portano a sussurrare ed anche per questo i padroni di casa ce ne sono grati.

Miglior Sommelier d’Italia 2016

Qualcuno afferma che ci sia poca luce, ma siamo ospiti in quel luogo. Quel posto è delle oltre 4000 bottiglie di vino che in questo hanno trovato un ambiente particolarmente favorevole che gli consente di affrontare il tempo.

I vini alloggiano nei luoghi più ameni perché non si è voluto aggredire pareti così ricche di storia con mensole e scaffali ed il risultato è particolarmente soddisfacente perché bastano pochi minuti per sentirsi altrove, l’immaginario viaggia in mondi e tempi lontani ed è questo, insieme ad una croce scolpita con dei segni, che dona sacralità al luogo.

… non coprire “le rughe” maturate nel tempo.

“Il tempo è evoluzione, cambiamento, continua Maurizio, e la longevità altro non è che la capacità di resistere e modulare le proprie caratteristiche in funzione degli anni che passano. Il tempo non deve ibernare ma lasciare che il vino conservi ed esprima il suo carattere”. 

cit. AIS Napoli 26 maggio 2019